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Tag Archive for Viaggio di una bollicina

Riprendiamo a brindare?

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Tanto, troppo tempo senza nulla scrivere e ciò non è buono.

Vediamo quindi di rimediare prima di tutto con un frizzante augurio per un anno meraviglioso, anche se ormai è iniziato il mese di Febbraio, e in secondo luogo di riportare tutti i programmi al punto giusto.

La Dame du Vin scrive anche su altri due blog:  Cavolo Verde, di Laura Rangoni e Luciano Pignataro Wineblog, del Lucianone nazionale, appunto.

Vi ho inserito il link così potete facilmente trovare tutti gli articoli che ho pubblicato.

A Merano per il Wine Festival ho fatto subito visita al Club Excellence ovviamente.excell_1

E ho anche avuto modo di partecipare ad una bellissima degustazione di Charles Heidsieck a cui è seguita la mia visita in Champagne, grazie alla operosa attività di Philarmonica, da Aprile 2014 nuovo distributore italiano di questa storica maison.

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Ne ho parlato in un articolo molto esaustivo sul blog di Luciano Pignataro con lo Champagne Charles Heidsieck. Subito al rientro da Merano sono partita per la Champagne dove sono rimasta per 10 giorni in un bellissimo loft di legno, proprio nel centro di Épernay.

Rinasco quando tocco quella terra, quando affondo i piedi nelle vigne, quando parlo con i vecchi produttori che amano il loro vino e non sanno chi potrà portare avanti il loro duro lavoro quando lasceranno.

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Madame Fallet-Prévostat

 

Rinasco quando vedo la vigna addormentata e penso che riposi sorniona per riprendersi le energie dal suolo dopo avere faticato tanto per dare al mondo quello che si aspetta da lei: grappoli d’uva sani e rigogliosi.

vigne nov 2014

Rinasco quando in una bottiglia riesco a vedere una storia, riesco a leggere un destino. Non sempre così felice.

Rinasco quando mi riconoscono al ristorante famoso di Avize, io, un piccolo esserino nella grande Champagne, che viene chiamata per nome: Madame Livia, La Dame…bonjour!

Avisée nov 2014

Les Avisées

Non c’è nulla da fare, queste bollicine per me sono miracolose, provvidenziali, a volte insostituibili.

Quest’anno ci saranno quindi tante belle sorprese, a partire dalle serate Champagne itineranti, che iniziano il 24 Febbraio a Como, presso il Wine Bar Quarantaquattro, dai percorsi didattici sul vino, 4 lezioni di conoscenza su questo succo meraviglioso per non rimanere stupefatti davanti ad una carta dei vini, ormai sempre più complessa e articolata e a cantine che lasciano senza respiro.

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La Ciau del Tornavento – Treiso

 

E poi ancora il piccolo viaggio specifico nella Champagne e nello Champagne, per capire, scoprire, carpire i segreti di questa complessa regione francese.

Insomma, dei programmi estremamente interessanti e, soprattutto, creati a misura per ogni esigenza.

Andate a curiosare sulle news e troverete la data del primo incontro.

Con un bicchiere di bollicine vi auguro quindi Santé e vi aspetto in una delle mie serate per poterveli fare personalmente.

Votre Dame

champagne

 

 

IL TERZO STOPOVER DEL NOSTRO VIAGGIO: I CREMANTS

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Vini poco conosciuti, ancor meno bevuti. Eppure ve ne sono di alcuni che sono meravigliosi e che hanno un rapporto q/p difficilmente riscontrabile in altri spumanti.

Con questo termine sino al 31 agosto 1994 venivano indicati gli Champagnes elaborati in modo da sviluppare meno anidride carbonica quindi con una spuma più delicata degli champagnes tradizionali. La pressione nelle bottiglie risultava con un’atmosfera inclusa fra 3,5 e 4,5 bar, invece delle 6 degli champagnes tradizionali.

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Una volta questo appellativo indicava anche in Italia gli spumanti con tale pressione atmosferica (vedi Satén) ma ad oggi tale nome è riservato solo ad alcuni vini prodotti con metodo classico all’interno della Francia in zone ben delimitate ai quali è stata conferita la classificazione di AOC (Appellation d’Origine Contrôlée).

La Champagne ha dovuto abbandonare questo appellativo, avendo chiesto una protezione per il nome champagne e méthode champenoise.

Per chiamarsi Crémant quindi un vino bianco e/o rosato mosso deve avere le caratteristiche seguenti (Regolamento (CE) n° 607/2009 della Commissione Europea del 14 Luglio 2009):

  • Aver fatto la seconda fermentazione in bottiglia (come i metodi classici)
  • Aver fatto una sosta sur lattes (affinamento sui lieviti) di almeno 9 mesi
  • Essere messo in commercio dopo 12 mesi dal tirage (fase di inizio della seconda fermentazione)
  • Essere prodotto in una delle regioni previste nella AOC che sono

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Bordeaux

Bourgogne

Die

Jura

Limoux

Loire

Luxembourg

 

 

  • Vendemmia manuale
  • Mosto non superiore a 100l per ogni 150Kg di uve
  • Solfiti aggiunti non superiori a 150 mg/l
  • Liqueur d’éxpedition non superiore a 50 g/l

Generalmente i Crémants vengono ottenuti da una stessa vendemmia, ossia sono praticamente quasi tutti millesimati (senza aggiunta di vins de réserve).

I vitigni utilizzati sono diversi in funzione dell’area di produzione e sono:

Crémant d’Alsace (Pinot Blanc, Riesling, Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Gris)

Crémant de Bourgogne (Chardonnay, Aligoté, Pinot Noir)

Crémant de Loire (Chenin Blanc, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc)

Crémant de Bordeaux (Sémillon, Sauvignon, Ugni Blanc, Cabernet Sauvignon, Merlot)

Crémant de Limoux (Mauzac, Chardonnay, Chenin Blanc, Pinot Noir) – Blanquette de Limoux         (almeno 90% Mauzac)

Crémant de Die (Clairette)

Crémant du Jura (Savagnin, Chardonnay, Poulsard, Pinot Noir, Pinot Gris, Trousseau

Crémant de Luxembourg (Pinot Blanc, Riesling, Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Gris).

Alsazia al primo posto con 34 milioni di bottiglie (anno) vale a dire il 25% della sua produzione globale di vino.

Al secondo la Borgogna con 18,7 milioni di bottiglie.

A seguire la Loira con 11,5 milioni.

Noi ne abbiamo provati ben 4:

Il Crémant d’Alsace George Klein

50% Pinot bianco, 20% Chardonnay, 10% Riesling e 10% Pinot grigio

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Sventagliata di profumi d’agrume e di aria di fiori di primavera. Piacevole e interessante la sensazione al palato.

Tensione e freschezza iniziali rimandano, in un secondo tempo, ad una morbidezza mai scontata e mai seduta.

 

 

 

 

Dosaggio che non si avverte e Pinot Bianco che dice sapientemente la sua senza rischiare dei essere un assolo, perché la voce corale è sicuramente più complessa. E anche persistente.

Ottimo con la Michelina alle erbe di Formaggi Gigi.

 

Crémant de Loire Domaine Dutertre – Cuvée St. Gilles

30% Chenin bianco, 30% Chardonnay, 30% Pinot nero, 10% Cabernet.

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Un’azienda piccolissima questa (30.000 btg/anno), nel cuore della Loira, la regione dello Chenin, chiamato anche Pineau de Loire.

Un vino beverino, allegro, senza troppe implicazioni.

Chardonnay e Chenin prendono il palcoscenico e si alternano in bocca con profumi di arancia e albicocca non troppo matura.

Il Pinot Nero sancisce questa unione con una bella sferzata di potenza.

 

 

Blanquette de Limoux Cuvée Résilience di Alain Cavaillès

90% Mauzac, 5% Chenin e 5% Chardonnay.

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La Blanquette de Limoux ha un’origine molto molto antica e si dice (si dice…) che questo vino sia il vero precursore dello Champagne.

In effetti già nel 1531, a qualche kilometro da Limoux, i monaci dell’Abbazia di St Hilaire, si resero conto che il vino bianco che avevano imbottigliato e chiuso con del sughero formava delle bollicine in bottiglia.

Nasceva così la Blanquette de Limoux che si differisce dal Crémant in quanto nella blanquette il vitigno principe è il Mauzac che deve essere presente per almeno il 90% dell’uvaggio. Consentiti un 10% di chardonnay e/o chenin per completare la cuvée.

Qui il profumo è davvero notevole e fresco. Vino da aperitivo per eccellenza, si sposa comunque bene anche con i formaggi non troppo stagionati ma di grandi aromi.

Ecco perché lo abbiamo abbinato ai formaggi di Gigi: i suoi Gigetti al balsamico, le Micheline alla grappa e alle erbe, la Michelina alla grappa, il Delicapra al porto.VdBCremants7

Formaggi molto profumati ma dal sapore estremamente delicato e gradevole.

Gigi è un affinatore della Valle Imagna e cura personalmente tutte le sue creature con attenzione e meticolosità. Il risultato lo si ha in tavola.

I formaggi sono stati divorati in un battibaleno !!

 

 

Infine ecco un
Crémant du Jura – Désiré Petit
nella versione rosé.

100% pinot noir.

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La stranezza del pinot nero coltivato in una regione che non è la sua culla di nascita.

Eppure devo riconoscergli una bell’approccio profumato, una giusta complessità di aromi e una gradevole potenza che non eccede mai.

Fresca e di grande trama la bocca dove acidità e onde di frutta ammaliano le papille in modo sempre elegante.

Direi che anche la persistenza abbia un ruolo importante in questo vino che riesce a soprendermi e che trovo perfetto con gli spaghetti con pomodorini confit e origano siciliano.

E dato che non ci siamo fatti mancare nulla, come corollario alla nostra golosità abbiamo aperto la focaccia alla birra di Claudio Gatti.

E lì i veri gourmand non sono riusciti a trattenersi.

“Soffice, dal sapore delicato e ad alta digeribilità: sono le caratteristiche uniche di VdBCremants6questa focaccia. È prodotta con lievito naturale “La Madre”: la pasta viene lasciata riposare per 30 ore. È fatta con ingredienti di alta qualità, selezionati e insaporiti dalla delicata fragranza regalata dalla birra di produzione artigianale.”

 

 

 

 

 

 

Insomma, un’altra serata all’insegna del gusto, del piacere, del buon vino e degli amici.

Chez La Dame du Vin.

I Crémants sono distribuiti da: Lungo la via Francigena.

LA PRIMA TAPPA DEL VIAGGIO DI UNA BOLLICINA

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Come pubblicato qualche tempo fa, il viaggio di una bollicina è iniziato con alcuni fortunati partecipanti.
Il primo stopover, o tappa, è stato di grande impatto.
I vini presentati, tutti Prosecco elaborati con metodo classico, hanno sorpreso non poco i commensali.
La tavola è stata arricchita con alcune prelibatezze cercate proprio per questa occasione.I formaggi di capra del Caseificio Lavialattea  sono davvero una chicca. IMG_3399Prodotti da latte di capre di tre diversi allevamenti, mai mischiati fra loro perché le caratteristiche presenti nel latte appena munto sono talmente differenti che sono state identificate per produrre determinate tipologie di formaggi.
Caprini semistagionati al naturale, al carbone e allo zafferano.
La focaccia di Claudio Gatti con albicocche e ananas imbroglia assai. Apri il sacchetto trasparente per tagliarla a fette (fettazze invero), lo richiudi e in men che non si dica ti ritrovi con la mano infilata nel piccolo buchino per strapparne pezzettini e, incurante del mondo intorno, gustarli come se non vi fosse un domani.IMG_3395
I vini, il Prosecco…le bollicine del primo stopover.
Allora, il .g di Cinzia Canzian de Le Vigne di Alice, con quella bella bevibilità e morbidezza, ha conquistato i palati dei commensali. IMG_3403
Fresco al punto giusto e particolarmente piacevole con i formaggi di capra, ha espresso il meglio con i profumi di frutta bianca, mele e pere comprese, non così scontati.
Il Sei Uno di Bellenda ha colpito per il suo carattere hors Prosecco. Molto secco, molto preciso e a tratti tagliente, ha sbilanciato chi era impreparato a bere Prosecco fatto con metodo classico.Infine lui, il gallo che canta fuori dal coro. Il Casa Belfi Colfòndo ha rotto ogni schema e spareggiato le carte.
Ma so che in questo caso o lo si odia o lo si ama. Non ci sono mezze misure.A me le mezze misure non piacciono perché ho sempre scelto da che parte stare.IMG_3411